Il circolo UAAR di Modena sarà nelle piazze modenesi con i suoi tavoli informativi dal 19 aprile 2008 al 10 maggio 2008 per evitare che tanti cittadini inconsapevolmente devolvano il loro 8 x 1000 alla Chiesa cattolica e per informarli di quanto denaro tale confessione religiosa riceva a tutti i livelli dalle istituzioni pubbliche (comuni, province regioni, circoscrizioni ecc.) del nostro paese.
Scarica e diffondi il volantino 8×1000-informati in formato pdf.
Il D.C.R. della Regione Emilia Romagna n. 849/1998 che dispone la destinazione degli ONERI DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA incassati dai Comuni prevede tale ripartizione:
– asili nido e scuole materne 10%
– scuola dell’obbligo 38%
– chiese ed altri edifici per servizi religiosi 7%
– centri civici e sociali, attrezzature culturali e sanitarie 7%
– mercati di quartiere e delegazioni comunali 6%
– spazi pubblici a parco e per lo sport 25%
– parcheggi pubblici 7%
La vigente normativa prevede la possibilità, ma non l’obbligatorietà, di elargire tale introito alle chiese (il testo coordinato inserito nella D.C.R. 849/1998, al punto 1.4, dà indicazioni che valgono “salvo diverse percentuali stabilite con deliberazione del Consiglio Comunale”).
Basterebbe quindi che i Comuni, semplicemente, facessero una nuova delibera ridistribuendo le percentuali!
Il Circolo UAAR di Modena ha inviato la seguente lettera a tutti i sindaci di Modena e provincia:
Egregio Sindaco,
Sappiamo della drammatica situazione dei bilanci comunali, che costringono le amministrazioni a dolorosi tagli anche su servizi sociali essenziali.
Ciò obbliga chi gestisce le risorse della Comunità a perseguire tutte le possibilità di risparmio ed a tagliare le spese non essenziali.
La nostra associazione ha potuto osservare che molti amministratori ignorano o fraintendono quanto stabilito dalla delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna e più precisamente che i comuni della nostra regione hanno la discrezionalità di riassegnare la destinazione di spesa delle percentuali di Oneri di Urbanizzazione Secondaria (OnUS). http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/ERMES/Canali/territorio/edilizia/oneri_urbanizzazione/DCR04031998_849/DCR20060304_849.pdf
La succitata delibera prevede infatti che:
[…] L’incidenza degli oneri di urbanizzazione secondaria (U2), salvo diverse percentuali stabilite con deliberazione del Consiglio comunale, è così indicata per tutte le classi di Comuni:
– gli asili nido e le scuole materne 10%
– le scuole dell’obbligo 38%
– le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi 7%
– i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie 7%
– mercati di quartiere e delegazioni comunali 6%
– gli spazi pubblici a parco e per lo sport 25%
– i parcheggi pubblici 7%
In particolare ci riferiamo a quel 7% che la normativa regionale prevede per le chiese e gli altri edifici religiosi.
E’ ben noto infatti che la chiesa cattolica già riceve dallo Stato, grazie all’8×1000, circa un miliardo di euro all’anno, oltre a tanti altri finanziamenti di vario tipo.
E’ quindi sufficiente una semplice votazione in consiglio comunale per variare dal 7% allo 0% la percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria destinata all’edilizia di culto.
A tale proposito, su nostra richiesta, già nel dicembre 2005 si era anche espresso il Servizio Valutazione Compatibilità Urbanistica e Normativa Edilizia della Regione Emilia-Romagna che aveva dichiarato:
“E’ facoltà dei Comuni, come indicato al punto 1.4 della citata delibera regionale, modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio.”.
Inoltre già il TAR della regione Toscana, che ha una normativa simile a quella emiliana si è espresso con la sentenza di cui qui di seguito il link. http://www.uaar.it/uaar/campagne/oneri/oneri-sentenza-tar-toscana-4082-2004.html
Tale sentenza sancisce il NON OBBLIGO del comune al versamento degli oneri di urbanizzazione secondaria alle chiese, respingendo il ricorso di un parroco che li pretendeva per restauri di case canoniche di proprietà della parrocchia.
Non solo, dice anche che «il sistema di finanziamento dell’edilizia di culto è rifluito […] nella quota dell’8 per mille»: in pratica dice che il finanziamento alle chiese tramite gli OnUS, essendo determinato dalla legge Bucalossi emanata prima del nuovo concordato che ha istituito l’8×1000, non sarebbe piu’ dovuto.
In conseguenza di ciò ad es. il Comune di Pontassieve (FI) ha sospeso dal 2007 l’erogazione degli OnUS alle chiese.
Risulta quindi pienamente legittimo da parte dei comuni azzerare gli OnUS per l’edilizia di culto es impiegare tutti questi fondi per asili nido, edilizia scolastica, parcheggi, attrezzature culturali e sanitarie, ecc. ecc..
Rimaniamo pertanto a disposizione per tutte le informazioni in materia delle quali Lei possa eventualmente necessitare.
Distinti Saluti,
Enrico Matacena, coordinatore UAAR per la provincia di Modena.
L’ UAAR è impegnata in questo periodo, insieme ad altre forze ed associazioni laiche, affinché il maggior numero possibile di comuni della provincia di Modena istituisca il registro comunale dei testamenti biologici, per poter ostacolare dal punto di vista politico e giuridico il disegno di legge Calabrò, già approvato dal Senato ed attualmente in discussione alla Camera dei deputati .
Invitiamo pertanto tutti i cittadini che si vogliano attivare in tal senso nel proprio comune a contattarci (modena@uaar.it).
Forniremo il massimo sostegno per organizzare petizioni popolari ed esortare le amministrazioni affinché rendano disponibile ai propri cittadini questo servizio.
Iniziative sono già state prese a Modena, Formigine, Vignola, Fiorano Modenese, Nonantola ed altri comuni.
Sabato 26 Novembre 2005 alle ore 16:45 presso la Libreria Feltrinelli in centro a Modena si è svolto un dibattito relativo ai PACS, organizzato dal circolo UAAR di Modena, in collaborazione con Arcigay, UDI (Unione Donne in Italia) e l’associazione Donne e Giustizia.
Il circolo UAAR di Modena sarà presente con tavoli informativi sotto i portici del Collegio, nel centro storico di Modena.
Nell’occasione saranno distribuiti i moduli per lo sbattezzo a tutti i cittadini che li richiederanno.
Il 25 ottobre 2008 l’UAAR organizza in tutta Italia la Giornata dello sbattezzo: perché i cittadini non credenti possano rivendicare il diritto a non essere più considerati cattolici.
Il primo Concordato tra lo Stato italiano e i vertici della Chiesa cattolica fu stipulato nel 1929 all’interno dei cosiddetti Patti Lateranensi, comprendenti anche un Trattato: con il Trattato nasceva lo Stato della Città del Vaticano, con il Concordato si stabilivano le relazioni sociali ed economiche tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica riconosciuta come “sola religione dello Stato”; in particolare l’art. 29 del Concordato introduce l’equiparazione, dal punto di vista tributario, degli enti ecclesiastici agli enti di beneficenza, e l’art. 20 rende le merci in transito verso la Santa Sede e i suoi uffici in territorio italiano esenti da dazi. Il concordato venne recepito nella Costituzione della Repubblica Italiana e venne successivamente modificato dagli accordi del 1984, che da un lato eliminavano il carattere esclusivo della religione Cattolica e dall’altro aumentavano i privilegi di cui già godeva.
La legge che consente alle religioni che hanno stipulato un’intesa con lo Stato di ricevere una parte del gettito IRPEF, in sostituzione del precedente meccanismo della congrua riservato alla sola religione Cattolica, è la 222/1985 scaturita dal secondo Concordato. L’art. 47 ne descrive il meccanismo, specificando che la Chiesa Cattolica è comunque l’unica ad avere il diritto di percepire ogni anno un acconto sulle somme dell’anno successivo. L’art. 49 prescrive che una commissione “dovrebbe” rivedere triennalmente gli importi.
La legge contiene anche un intero titolo, il III, che istituisce un fondo per gli edifici di culto; tale fondo assorbe altri fondi e patrimoni preesistenti ed ha come scopo la tutela e la conservazione degli edifici di culto, composto per la quasi totalità da chiese cedute in comodato d’uso gratuito.
L’esenzione ICI per le attività della Chiesa Cattolica è garantita dall’art. 7, comma 1, lettera i), del Decreto legislativo 504/1992, il quale include tra le attività esentate quelle di cui all’art. 16, lettera a), della legge che istituisce l’otto per mille. Successivamente il comma 2-bis dell’art. 39 del Decreto legge 223/2006 ha precisato che tale esenzione si applica alle attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale.
Il D.P.R. 601/1973 introduce diverse agevolazioni fiscali per la Santa Sede e la Chiesa cattolica. In particolare l’art. 2 esenta la Santa Sede dal pagamento di imposte sui redditi dei propri fabbricati, l’art. 3 fa lo stesso con le retribuzioni elargite a ogni titolo e l’art. 6 comma c) riduce del 50% le imposte sui redditi (IRES e IRAP) agli enti con fine equiparato a fini di beneficenza e istruzione. Quest’ultimo articolo è stato sostituito dall’art. 66 comma 8 del Decreto legge 331/1993, convertito in legge 427/1993, che ne conferma e amplia la portata.
L’IRES è regolamentata dal T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sui Redditi, emanato con il DPR 917/1986 e successivamente modificato dai Dlgs 247/2005, dal Dlgs 252/2005, e dalle Leggi 248/2005 e 266/2005). L’articolo 149 del T.U.I.R. specifica al comma 1 che nel caso in cui l’ente eserciti prevalentemente attività commerciale perde automaticamente la qualifica di ente non commerciale.
Il comma 4 introduce però l’eccezione per gli enti ecclesiastici e per le associazioni sportive dilettantistiche. L’art. 100 comma 2 lettera d) introduce inoltre il diritto alla deduzione dal reddito degli oneri per spese di manutenzione e restauro dei beni culturali di interesse religioso di cui all’art. 19 del Decreto legislativo 490/1999, e il comma 1 dello stesso articolo consente di dedurre le spese relative a opere e servizi fruibili dai dipendenti per finalità di (tra le altre cose) culto.
L’imposta è stata istituita con Decreto legislativo n. 446/1997. L’art.10 comma 1 prevede che la base imponibile per gli enti non commerciali sia calcolata su base retributiva e che da questa, come confermato dalla risoluzione 12/2000 del Ministero delle Finanze, vanno escluse remunerazioni e congrue dei sacerdoti.
L’Imposta sul Valore Aggiunto è stata istituita con DPR 633/1972. Il comma 4 dell’articolo 4 considera effettuate nell’esercizio d’impresa solo le cessioni nell’ambito di attività commerciali ad esclusione da quelle effettuate per finalità istituzionali di varie tipologie, tra cui anche quelle religiose. Il comma 7 limita questa esenzione agli enti conformi a determinate clausole, tra cui quella della democraticità da cui vengono però successivamente esentate nel comma 8 le associazioni religiose.
I destinatari dei proventi degli oneri di urbanizzazione versati all’amministrazione comunale come contributo per il rilascio del permesso a costruire si dividono in primari e secondari. Il comma 8 dell’articolo 16 del DPR 380/2001 stabilisce che gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi anche a chiese ed edifici religiosi (insieme a scuole, aree di verde pubblico, delegazioni comunali, eccetera).
L’insegnante di religione cattolica nelle scuole italiane era sempre stato un precario fino al 2003 perché di fatto nominato dal Vescovo, e in quanto tale, in virtù dell’articolo 7 della legge 831/1961, gli veniva riconosciuto un aumento dello stipendio base del 2,5% ogni due anni (successivamente abolito dal CCNL di categoria per tutti tranne che per gli insegnanti di religione). Successivamente l’articolo 53 della legge 312/80 ha introdotto una progressione di carriera per gli insegnanti di religione, e allo stesso articolo fanno riferimento il comma 8 dell’articolo 2 del DPR 209/87 prima, e il comma 7 dell’art. 3 del DPR 399/88 dopo, per introdurre il principio della ricostruzione di carriera per gli insegnanti di religione, che in pratica conferisce loro il diritto di avere uno stipendio equiparato a quello dei colleghi con contratto a tempo indeterminato. Con la legge 186/2003 gli insegnanti di religione sono stati immessi in ruolo, ma l’articolo 1-ter della legge 27/2006 ha permesso loro di conservare comunque gli aumenti acquisiti, che vanno a sommarsi agli scatti di anzianità spettanti con l’immissione in ruolo, e l’informativa 166/2009 diramata dal Ministero delle Finanze estende il calcolo degli aumenti all’intera retribuzione.
Con la legge 62/2000 è stata istituita la cosiddetta parificazione scolastica, che di fatto consente di scavalcare il dettato costituzionale che vieta allo Stato di finanziare le scuole private introducendo il “sistema nazionale di istruzione”, comprendente sia le scuole a diretta gestione statale che le paritarie. Le borse di studio vengono assicurate, mediante detrazione fiscale, anche agli studenti delle paritarie (art. 10). L’articolo 8 della legge prevede che alle scuole che si configurano come enti non commerciali venga applicato il relativo regime fiscale che esclude dalla base imponibile contributi dello Stato e fondi raccolti mediante campagne e celebrazioni (articolo 143 comma 3 del T.U.I.R.).
Il buono scuola per gli alunni iscritti alle scuole paritarie venne istituito, per il triennio dal 2003 al 2005, dal Decreto interministeriale dei Ministri dell’Istruzione e delle Finanze così come disposto dal comma 7, dell’articolo 2, della finanziaria 2003 modificato dall’articolo 13 del Decreto legge n. 147/2003.
La legge 206/2003 ha conferito agli oratori lo stato di opere di urbanizzazione secondaria esentandoli dal pagamento dell’ICI. Inoltre la legge conferisce agli oratori il diritto di ricevere beni mobili e immobili in comodato d’uso, e da alle regioni la possibilità di erogare contributi agli oratori.
La legge 512/1961 istituisce il servizio di assistenza spirituale nelle forze armate della Repubblica. Tale servizio è a totale carico dello Stato, dalla retribuzione alla pensione, e i cappellani vengono inquadrati con il grado minimo di tenente. All’Ordinario militare spetta il grado di generale di corpo d’armata.
Il diritto di istituire un servizio di assistenza spirituale nella Polizia di Stato indipendente da quello nelle Forze Armate viene stabilito già dalla legge 121/81 all’articolo 69. Il DPR 92/1991 recepì la prima intesa attuativa del 21 dicembre 1990, ma venne in seguito sostituito dall’intesa del 9 settembre 1999 recepita con DPR 421/1999.
Anche negli istituti carcerari è prevista la figura del cappellano, con relativo ispettorato, e sempre a totale carico dello Stato, TFR e pensione compresi. Le leggi di riferimento sono la 323/1963 per l’ispettore e la 68/1982 per i cappellani (che sostituisce il Regio decreto n. 1758 del 30 ottobre 1924).
In base all’articolo 35 del DPR 128/1969 gli ospedali sono obbligati a dotarsi di un servizio di assistenza religiosa cattolica a proprio carico. Per altre confessioni la direzione sanitaria provvede su richiesta dell’infermo.
Per il clero ed i ministri di culto è stato istituito un apposito fondo pensionistico con legge 903/1973; modifiche successive al fondo, e in particolare all’importo del contributo statale definito nell’articolo 21, sono intervenute con l’articolo 4 della legge 54/1982 e l’articolo 42 della legge 488/1999. L’accordo tra lo Stato italiano e la Santa Sede del 16 giugno 2000, successivamente recepito con la legge 244/2003 con relativo impegno di spesa (art. 3 comma 1), garantisce ai dipendenti del Vaticano e di enti centrali della Chiesa Cattolica, e ai loro familiari, trattamenti assicurativi e pensionistici.
La finanziaria 2005, convertita in legge 311/2004, all’articolo 213 fissa in un milione di euro il contributo alle radio di cui al comma 190 dell’articolo 4 della legge 350/2003. Quest’ultima legge (la finanziara 2004) al tale comma individua le “emittenti radiofoniche nazionali a carattere comunitario”, che allo stato attuale sono solo due: Radio Maria e Radio Padania.
Lo Stato di Città del Vaticano ha diritto, in forza dell’articolo 6 del Concordato del 1929, ad una “adeguata dotazione di acque in proprietà”. Nulla viene stabilito in merito agli oneri accessori e allo smaltimento delle acque reflue, e questo porta in seguito ad un contenzioso con l’Acea, ente gestore, che il governo italiano risolve con il comma 13 dell’articolo 3 della legge 350/2003 (vedi paragrafo precedente). Il DPCM del 23 aprile 2004 fissa importo e modalità di calcolo di quanto dovuto dallo Stato all’Acea; in particolare viene erogata la somma di 17,3 milioni di euro per il ripianamento dei debiti dal 1998 al 2003, al netto del contributo anno di 1,1 milioni di euro versati dalla Santa Sede.
Un’impresa sociale è un’impresa che offre beni e servizi senza la possibilità di redistribuire i suoi utili e godendo della limitata responsabilità patrimoniale dei suoi soci. Questa forma d’impresa è regolamentata dal Decreto legislativo 155/2006 che al comma 3 dell’articolo 1 consente agli enti religiosi di diventare impresa sociale anche solo parzialmente (normalmente solo gli enti democratici possono acquisire il titolo di impresa sociale).
Il Circolo UAAR di Modena segnala che, a cura dell’associazione Libera Uscita, con la quale l’UAAR collabora ormai da anni sui temi dei diritti civili ed in particolare del fine vita e per l’istituzione dei registri comunali dei testamenti biologici, è stato organizzato il seguente incontro con MINA WELBY:
Continua l’azione del circolo UAAR di Modena per ottenere l’istituzione dei registri comunali sul testamento biologico nei vari comuni della provincia.
In questi giorni sta entrando in funzione quello di Modena.
Salutiamo con grande soddisfazione l’avvio pochi giorni fa del registro dei testamenti biologici nel comune di Modena.
Anche a Vignola, sia pur in una forma ridotta e molto insoddisfacente, dal 28 giugno 2010 è entrato in funzione il registro comunale dei TB.
A Formigine invece dal 12 luglio 2010 è in funzione il registro comunale dei TB nella forma più completa come a Modena.
Negli scorsi mesi sono stati approvati con delibere della giunta o del consiglio comunale quelli a Savignano sul Panaro, Maranello.
Petizioni popolari sono state presentate a Fiorano Modenese, Nonantola, Sassuolo, ed iniziative sono in corso in altri comuni, con incontri con gli amministratori, dibattiti pubblici e raccolta firme.
A Spilamberto il 26 luglio 2010 si deciderà in consiglio comunale sul registro dei TB.
Intanto il DDL Calabrò, detto anche legge tortura , dopo l’esame presso la commissione affari sociali della camera dei deputati, attende di passare all’esame dell’aula.
E’ importante approvare i registri comunali dei TB in quanti più comuni possibili, in modo da ostacolare politicamente e giuridicamente il cammino e l’applicazione di questa legge gravemente anticostituzionale.
In questa battaglia spesso non siamo stati soli: nella città di Modena abbiamo formato il comitato articolo 32 insieme a Libera Uscita, CGIL, ARCI, UDI, ANPI ed altre associazioni democratiche, mentre in altri comuni abbiamo spesso partecipato a comitati unitari di cittadini, insieme ad organizzazioni sociali e talvolta a forze politiche.
Facciamo appello a tutti i cittadini che vogliano realizzare il registro comunale dei testamenti biologici nel loro comune a contattarci (modena@uaar.it).
Forniremo informazioni, materiale e la massima disponibilità a contribuire a questa battaglia di laicità e di difesa della costituzione.
Si rammenta ai soci UAAR del Circolo di Modena che Martedì 25 Febbraio 2014 alle ore 21:00 nella sala del piano terreno della sede dell’ARCI provinciale di Modena, via 4 Novembre 40/L (ma si entra più facilmente da via Padre Candido nel parcheggi di fronte alla palazzina ARCI), si terrà l’assemblea annuale del Circolo UAAR di Modena per il rinnovo delle cariche sociali, l’approvazione del bilancio e per la pianificazione delle nostre iniziative nel prossimo periodo.
Per chi non conosce il posto, ci sarà un socio ad aspettare alle 20:50 sotto l’ingresso della vicina Camera del Lavoro CGIL, in piazza Cittadella.
Ricordo che stavolta la riunione NON è presso l’Arcigay, ma presso l’ARCI provinciale, (in pratica ad una palazzina di distanza).
Ecco il VIDEO della conferenza DARWIN DAY UAAR 2016 12: “Microscopici organismi per macroscopiche evoluzioni: il ruolo della simbiosi nell’evoluzione” tenutasi Giovedì 25 Febbraio 2016 alle ore 20:45 presso la Sala “Gian Paolo Biasin” via La Rocca 22, Sassuolo:
Il circolo UAAR di Modena e Provincia sarà presente alla festa provinciale del PD modenese a Ponte Alto da martedì 13 a lunedì 19 settembre 2011, in uno degli stand tra le associazioni nella zona a fianco del Palaconad.
un attentato alla Costituzione e alla laicità dello Stato di Enrico Matacena
La Costituzione della Repubblica italiana all‘art. 32 afferma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
E’ quindi evidente ed inequivocabile che nessuna legge può imporre ad un cittadino che viva in Italia trattamenti di cura contro la sua volontà. Si tratta infatti di quello che tecnicamente viene definito come “diritto perfetto” che non ha cioè bisogno di nessuna legge applicativa per essere esercitato.
Ciò nonostante ormai già da oltre un anno è stato approvato dal senato ed è poi approdato alla camera dei deputati il disegno di legge Calabrò. Nel momento in cui scriviamo, tale DDL è passato al vaglio delle varie commissioni della camera dei deputati ed attende di essere calendarizzato per l’aula per le prossime settimane. Esso toglie ai cittadini tale diritto, attribuendolo ai medici, ed imponendo per legge trattamenti sanitari quali l’idratazione e l’alimentazione forzata, anche contro la volontà del paziente.
Esso riprende quasi integralmente le posizioni della Conferenza Episcopale Italiana, come quelle espresse dal cardinal Bagnasco che ha dichiarato, aprendo i lavori del Consiglio permanente della CEI a proposito del caso Englaro “che i pronunciamenti giurisprudenziali hanno inopinatamente aperto la strada all’interruzione legalizzata del nutrimento vitale“. Gli ha fatto eco mons. Betori affermando “Preferisco non parlare di testamento biologico ma di fine vita, perchè la vita non è a disposizione di nessuno” ed altrove ancora Betori ”Per la Chiesa è necessario escludere il principio dell’autodeterminazione del malato sbarrando, così, la strada ad ogni ipotesi di eutanasia”.
Ma vediamo nel dettaglio cosa dice questa proposta legge, che in sostanza stabilisce che il cittadino può scrivere le proprie volontà sui trattamenti sanitari ai quali essere sottoposto, ma che tali volontà non contano nulla perché poi i medici fanno quello che vogliono e comunque non possono soddisfare il legittimo desiderio di morire dignitosamente.
Art. 1. (Tutela della vita e della salute)
1. La presente legge, tenendo conto dei princìpi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione:
a) riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile ed indisponibile, garantito anche nella fase
terminale dell’esistenza e nell’ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge;
b) riconosce e garantisce la dignità di ogni persona in via prioritaria rispetto all’interesse della società e alle applicazioni della tecnologia e della scienza;
Cosa significa che la vita è indisponibile ? E’ la chiesa cattolica che dice che la vita appartiene a dio e che solo lui, interpretato poi da loro, può decidere come e se toglierla.
E’ l’idea che le persone sono pecorelle da guidare, eterni minorenni sotto la patria potestà della chiesa e dei suoi dogmi.
I principi della nostra Costituzione affermano ben altro:
NON è disponibile la vita ALTRUI, della PROPRIA ogni cittadino può fare l’uso che più ritiene opportuno.
E’ evidente che di fronte ad una persona che in crisi depressiva tenti di gettarsi da un ponte, la si deve soccorrere e convincerla a desistere dal suo intento. Ma questa è cosa ben diversa dal diritto di morire con dignità senza inutili sofferenze. La dignità ed il rispetto della persona sancito dall’art. 32 della Costituzione sono diritti che nessun dogma religioso o legge anticostituzionale ha il diritto di cancellare.
Passiamo all’Art. 3.
L’alimentazione e l’idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento.
Si commette qui un arbitrio indecente: in varie e occasioni prestigiose voci nel campo medico hanno ribadito che alimentazione ed idratazione forzate SONO CURE a tutti gli effetti E PER TALE MOTIVO A NORMA DELL’ART. 32 DELLA COSTITUZIONE è il paziente che deve decidere se gli debbano essere somministrate. La legge tortura qui stravolge una verità scientifica per poter aggirare un diritto costituzionale dei cittadini.
Passiamo all’ Art. 7. (Ruolo del medico)
1. Le volontà espresse dal soggetto nella sua dichiarazione anticipata di trattamento sono prese in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annota nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno.
2. Il medico non può prendere in considerazione indicazioni orientate a cagionare la morte del pazienteo comunque in contrasto con le norme giuridiche o la deontologia medica. Le indicazioni sono valutate dal medico, sentito il fiduciario, in scienza e coscienza, in applicazione del principio dell’inviolabilità della vita umana e della tutela della salute, secondo i principi di precauzione.
5. Nel caso di controversia tra il fiduciario ed il medico curante, la questione è sottoposta alla valutazione di un collegio di medici composto da un medico legale, un anestesista-rianimatore ed un neurologo, sentiti il medico curante ed il medico specialista della patologia. Tali medici sono designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero o della azienda sanitaria locale di competenza regionale.
Qui si afferma dunque esplicitamente che le volontà del cittadino sottoposto a trattamento sanitario, NON CONTANO NULLA , (anche se esse sono state espresse in dichiarazioni ufficiali!) e che a decidere sono solo i medici, i quali così facendo si assumono una enorme responsabilità che spesso gradirebbero non avere.
E’ quindi evidente il tentativo di sospendere in pratica la Costituzione italiana facendo diventare i cittadini italiani non più soggetti ad essa ma a dei dogmi religiosi imposti dalle gerarchie vaticane.
Questo gravissimo attentato alla Costituzione e alla laicità dello Stato va combattuto con il massimo impegno da tutte le forze non solo laiche, ma che semplicemente si riconoscono nella Costituzione italiana.
Al fine di garantire questo diritto minacciato dal DdL Calabrò, in tutta Italia sono partite iniziative affinché le amministrazioni locali istituiscano il registro comunale (od in qualche caso, come a Cagliari, provinciale) dei testamenti biologici. Si consente così ai cittadini di poter depositare le proprie volontà riguardo i trattamenti che essi desiderano ricevere nel caso vengano a trovarsi in situazione di grave malattia invalidante nella quale siano impossibilitati ad esprimere la loro volontà, stato vegetativo ecc.
L’approvazione dei registri comunali dei TB ha due fondamentali effetti:
– un effetto politico, ribadendo la volontà di cittadini ed enti locali di godere del diritto di libertà di cura sancito dalla Costituzione;
– un effetto giuridico, in quanto anche di fronte a qualsiasi provvedimento legislativo che pretenda di limitare questo diritto, l’avere un documento che esprima in modo chiaro ed inequivocabile la volontà della persona, può essere fatto valere in fase di contenzioso, spazzando via qualsiasi pretesa di asserire la mancanza di certezza della sua volontà.
Su questo aspetto è bene ricordare la sentenza della magistratura sul caso Englaro. In tale vicenda infatti è stato infatti stabilito che una volta appurate le volontà del paziente (in qual caso addirittura attraverso testimonianze di amici e parenti) bisognava rispettarle.
A maggior ragione quindi se tali volontà sono espresse in un documento ufficiale depositato presso il comune!
Del resto, come hanno affermato illustri costituzionalisti tra cui ad es. Stefano Rodotà l’art. 32 della Costituzione sancisce un “diritto perfetto” che non ha bisogno di leggi ma solo di regolamenti gestionali per applicarlo.
Molti comuni hanno già da tempo istituito tale registro comunale, Pisa, Genova, Rimini, Torino, S. Arcangelo di Romagna, a Bologna la situazione si è bloccata a causa dello scioglimento del consiglio comunale, Modena dove oltre al comune capoluogo il registro del TB è stato approvato anche in provincia, tra gli altri a Formigine, Maranello, Nonantola, Spilamberto, Savignano.
In numerosi comuni sono state presentate petizioni popolari o sono state approvate delibere che aspettano regolamenti attuativi.
E’ indispensabile che un numero sempre maggiore di comuni istituiscano registri comunali dei testamenti biologici.
Questa battaglia infatti permette di avere un CONSENSO DI MASSA per la difesa di un diritto di laicità garantito dalla Costituzione.
DA STATISTICHE DI AUTOREVOLI ISTITUTI l’80% DEI CITTADINI ITALIANI E’ PER L’AUTODETERMINAZIONE TERAPEUTICA (ed addirittura il 50% per l’eutanasia).
La chiesa e le forze politiche che si schierano contro di essa vanno a scontrarsi contro una volontà laica di massa. Se le forze laiche si muovono in modo intelligente questa battaglia per imporre la legge Calabrò può diventare per la chiesa e per le forze clericali, un autogol come lo fu la sconfitta ai referendum contro il divorzio e contro l’aborto.
E’ da osservare infatti che il problema del fine vita, riguarda tutti i cittadini, sia come possibilità di rimanere personalmente in stato vegetativo o altro, sia come situazione familiare dove un congiunto si possa trovare in una simile condizione.
E qui c’è una differenza tra questa battaglia ed altre, sia pur nobilissime, come quella ad esempio sulla fecondazione assistita, che comunque non coinvolgendo che piccole minoranze, non riescono a suscitare quell’interesse così diffuso come invece accade per il tema del testamento biologico.
Due brevi ultime considerazioni.
Prima considerazione, la legge Calabrò è probabile che venga fortemente modificata alla camera e se ciò non accadesse essa verrebbe poi rapidamente smantellata dalla Corte Costituzionale.
L’affossamento di una legge impopolare e clericale potrebbe rappresentare un ritorno all’offensiva delle forze laiche e democratiche in questo paese.
Seconda considerazione, la situazione nei comuni riguardo i registri dei TB.
Pochissimi sono i comuni governati dal centro destra che hanno istituito un registro comunale dei testamenti biologici.
Dove governano forze di centrosinistra qualche volta alcuni singoli esponenti di centrodestra hanno votato a favore dei TB oppure hanno fatto un’opposizione non particolarmente dura.
Però solo alcune encomiabili amministrazioni di centrosinistra hanno approvato i registri dei TB. Spesso le divisioni interne al PD con gli ostacoli posti dall’ala ex margherita hanno od impedito l’approvazione come nel clamoroso caso di Terni ed anche in quello di Carpi (MO) oppure hanno imposto soluzioni di compromesso come a Pavullo e Vignola in provincia di Modena, dove i cittadini non possono depositare il proprio testamento biologico in comune, ma solo fare registrare che un loro fiduciario ne detiene una copia.
In altri casi, addirittura si organizzano convegni e dibattiti, e si preferisce limitarsi a chiacchierare senza prendere nessuna delibera di giunta o di consiglio.
Talvolta questa battaglia ha invece sortito l’effetto di scatenare una resa dei conti tra l’ala più ambigua e filoclericale del PD e quella di maggiore tradizione laica.
In fondo questa battaglia per l’autodeterminazione terapeutica, per il fatto di ricevere un così largo consenso di massa tra i cittadini, ha spesso costretto le forze politiche a livello locale ad uscire dall’ambiguità ed a fare i conti con il loro abituale servilismo verso la chiesa cattolica. E’ da auspicare che tali dinamiche all’interno delle forze politiche si riscontrino anche nell’imminente dibattito parlamentare. Anche tra le forze del centro destra.
L’ UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti esprime il suo apprezzamento per la decisione del Collegio Docenti dell’Ist. per Geometri Guarini di Modena di non considerare l’insegnamento della religione cattolica per l’attribuzione del credito scolastico.
Gli insegnanti di religione sono gli unici insegnanti della scuola pubblica italiana che necessitano dell’autorizzazione di un’autorità estranea a quelle statali, qual è il vescovo, e quindi tale insegnamento è soltanto indottrinamento confessionale di una specifica fede religiosa, e NON lo si può considerare una materia come le altre che contribuisce alla formazione culturale degli studenti.
Risulta pertanto discriminante verso chi non se ne avvale, e fondamentalmente anticostituzionale in quanto privilegia gli appartenenti ad una specifica confessione religiosa rispetto agli altri cittadini, in fatto di voler attribuire a chi frequenza l’ora di religione cattolica un punteggio aggiuntivo come credito scolastico.
Sconcertante risulta il comportamento del ministro Gelmini, che nonostante abbia giurato fedeltà alla costituzione, ne calpesta alcuni dei principi fondamentali, imponendo alla scuola di rivedere la sua ineccepibile decisione.
Del resto le scelte che fin dall’inizio hanno caratterizzato il dicastero Gelmini, mostrano un profondo servilismo ed una forte complicità verso il vaticano.
Tali sono ad es. la decisione, nonostante i tagli selvaggi di personale scolastico, di non accorpare le classi per l’insegnamento della religione cattolica, anche quando anche un solo allievo se ne avvale; il piano di smantellamento della scuola pubblica a favore di quella privata che è in stragrande maggioranza cattolica; l’offrire alle istituzioni religiose privilegi e spazi di ogni sorta.
L’UAAR ricorda che il supremo valore della laicità dello Stato deve essere rispettato a tutela dell’eguaglianza di tutti i cittadini.
In tal senso negli ultimi anni si è espressa più volte la stessa Corte Costituzionale che ha anche ribadito il dovere di equidistanza dello Stato rispetto le diverse ideologie religiose.
Il coordinatore del Circolo UAAR di Modena, Enrico Matacena, ha commentato l’approvazione della legge sul testamento biologico approvata il 14 dicembre 2017.
«Finalmente dopo tanti anni di battaglie civili alle quali l’UAAR ha dato il suo contributo, il testamento biologico è diventato legge dello Stato».
«Come circolo UAAR di Modena siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo. Fin dalla creazione, il circolo di Modena ha stretto una forte collaborazione con le altre associazioni del comitato art. 32 modenese promuovendo petizioni popolari, raccolte di firme, dibattiti e manifestazioni di ogni tipo e i risultati sono arrivati: la provincia di Modena è stata una delle provincie italiane con la più alta diffusione di questo strumento di civiltà. Tra i comuni che prima della legge avevano già adottato il registro del biotestamento ci sono: Vignola, Formigine, Modena, Savignano sul Panaro, Maranello, Fiorano Modenese, Nonantola, Sassuolo, Spilamberto. In provincia il totale è di ben 21 comuni».
«Grazie al nostro impegno abbiamo contribuito a diffondere la coscienza collettiva dell’importanza di tale tema, una coscienza che si è via via rafforzata fino a tradursi oggi in un atto legislativo del Parlamento».
«Anche se di recente sono state approvate unioni civili, divorzio breve e testamento biologico – prosegue ancora Matacena – sono ancora molte le battaglie per diffondere una concezione laica e razionalista della società italiana nel terzo millennio»
Il circolo UAAR di Modena e Provincia sarà presente con un tavolo informativo a Carpi al mercato in Piazza Martiri nelle mattinate di sabato 10 e sabato 24 settembre 2011.
Ecco il VIDEO della conferenza IL PROBLEMA DELLA LAICITA’ NELLA SCUOLA PUBBLICA ITALIANA tenutasi Giovedì 4 Ottobre 2012 alle ore 21:00 presso la sala della Palestrina sotto la Torre dei Bolognesi a Nonantola
Anche quest’anno (2011) il circolo UAAR di Modena sarà ai Portici del Collegio con i suoi tavoli informativi dalle 15:30 alle 19:00 tutti i sabati dal 26 marzo 2011 al 30 aprile 2011 per evitare che tanti cittadini inconsapevolmente devolvano il loro 8 x 1000 alla Chiesa cattolica e per informarli di quanto denaro tale confessione religiosa riceva a tutti i livelli dalle istituzioni pubbliche (comuni, province regioni, circoscrizioni ecc.) del nostro paese.
Rassegna di cinema e libri per raccontare il nostro paese, quello reale.
Disagio sociale e libertà violate, precarizzazione del lavoro e mafie,
finanziarizzazione dell’economia e tensione verso nuove forme di giustizia sociale.
Martedì 13 marzo 2012 ore 21:00
Teatro dei Segni
Via San Giovanni Bosco 150, Modena
“Cosa Loro – I Serenissimi della Compagnia delle Opere”
di Sebastiano Canetta ed Ernesto Milanesi
ed: Manifestolibri
Cosa Loro è un titolo forte ma azzeccato che affronta senza troppi complimenti i gangli spinosi dell’epopea ciellina in Veneto, una piovra dai molti tentacoli e dalle molte amicizie, fedele al “modello Formigoni”che tanta fortuna ha avuto in Lombardia e soprattutto con le mani in pasta nel mercato immobiliare, negli appalti pubblici, nella sanità e nelle università.
Insomma i “ragazzi di don Giussani” da piccola fraternità sono divenuti una grande holding, la Compagnia delle Opere. Ragazzi che, come dichiarano gli autori, ormai si muovono con grande disinvoltura all’interno della galassia cattolica rappresentando una Chiesa nella Chiesa, forti anche delle tutele ecclesiastiche e politiche capaci di dialogare amorevolmente con la Lega o con pezzi del PD.
Da questi nodi chiave prende le mosse il libro-inchiesta, un’indagine che trascura volontariamente le questioni di carattere religioso per privilegiare le manovre finanziarie di CL e della CdO.
Attraverso questo punto di vista si comprende come questa organizzazione, lungo i suoi trent’anni di esistenza, sia riuscita sempre a mantenersi sulla cresta dell’onda senza perdere colpi. Non è infatti la fede politica a orientare il cammino ciellino ma il denaro, che come ci mostra la storia italiana dagli anni 80 ad oggi non ha colore ma solo valore di possesso. Ed è con questo spirito che CL continua a rimescolare le carte: il pubblico diventa privato, il profano si eleva a sacro e le tragedie (terremoti&Co.) portano serenità e tranquillità (espresse in euro).
Un libro questo che ci mette di fronte non solo alla mera denuncia ma, dati alla mano, ci fornisce quegli strumenti critici per giudicare obiettivamente la realtà che ci circonda. Canetta e Milanesi, già come fecero con Legaland (Manifestolibri, 2010), ci danno un ulteriore prova di come sia possibile tutt’ora pensare e fare un giornalismo radicale.
Il coordinatore del Circolo UAAR di Modena, Enrico Matacena, ha commentato l’approvazione della legge sul testamento biologico approvata il 14 dicembre 2017.
«Finalmente dopo tanti anni di battaglie civili alle quali l’UAAR ha dato il suo contributo, il testamento biologico è diventato legge dello Stato».
«Come circolo UAAR di Modena siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo. Fin dalla creazione, il circolo di Modena ha stretto una forte collaborazione con le altre associazioni del comitato art. 32 modenese promuovendo petizioni popolari, raccolte di firme, dibattiti e manifestazioni di ogni tipo e i risultati sono arrivati: la provincia di Modena è stata una delle provincie italiane con la più alta diffusione di questo strumento di civiltà. Tra i comuni che prima della legge avevano già adottato il registro del biotestamento ci sono: Vignola, Formigine, Modena, Savignano sul Panaro, Maranello, Fiorano Modenese, Nonantola, Sassuolo, Spilamberto. In provincia il totale è di ben 21 comuni».
«Grazie al nostro impegno abbiamo contribuito a diffondere la coscienza collettiva dell’importanza di tale tema, una coscienza che si è via via rafforzata fino a tradursi oggi in un atto legislativo del Parlamento».
«Anche se di recente sono state approvate unioni civili, divorzio breve e testamento biologico – prosegue ancora Matacena – sono ancora molte le battaglie per diffondere una concezione laica e razionalista della società italiana nel terzo millennio»
Ecco il VIDEO della conferenza “L’EVOLUZIONE AL FEMMINILE” tenutasi Giovedì 16 Febbraio 2017 alle ore 20:45 presso la Sala “Redecocca” piazzale Redecocca 1 , Modena:
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Ecco il VIDEO della conferenza “DIO ODIA LE DONNE” tenutasi Venerdì 28 Ottobre 2016 alle ore 20:45 presso la Sala “Redecocca” piazzale Redecocca 1 , Modena:
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Ecco il VIDEO della conferenza “LA VERA STORIA DI DIO” tenutasi Venerdì 8 Aprile 2016 alle ore 20:45 presso la Sala “Redecocca” piazzale Redecocca 1 , Modena:
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Ecco il VIDEO della conferenza DARWIN DAY UAAR 2016 12: “Microscopici organismi per macroscopiche evoluzioni: il ruolo della simbiosi nell’evoluzione” tenutasi Giovedì 25 Febbraio 2016 alle ore 20:45 presso la Sala “Gian Paolo Biasin” via La Rocca 22, Sassuolo:
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